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Pensa, credi, sogna e osa… (Walt Disney)

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Torneo Residenziale CSI – Calcio Under 10 – Misano Adriatico 19-21 aprile 2024.
Diario di bordo di una piccola-grande avventura.
“Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare.
Ma non importava, la strada è la vita.” (Jack Kerouac)
“L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.” (Anne Carson)

Prologo
Dei Tornei Residenziali del CSI, spiritualmente e prosaicamente associati alla rutilante e festosa riviera romagnola, ne sentiamo parlare già da mesi, con i racconti che si susseguono un po’ sbiaditi ma ammantati quasi dal “mito” tipico dei ricordi più cari; questi racconti, tra il nostalgico ed il divertito, terminano spesso con una chiosa che ormai recitiamo a memoria: “bellissima esperienza, soprattutto per i bambini, ma una gran fatica per gli adulti!”. E va benissimo così. Vedremo cosa sarà di noi.
Il CSI ci ha comunicato che il tema scelto per la manifestazione di quest’anno è “Supereroi e superpoteri” ed ogni società ne deve adottare uno indicando un proprio “superpotere” nel gonfalone-stendardo che sfilerà la prima sera. Ci abbiamo messo tanto impegno, abbiamo discusso, intasato l’immancabile chat di whatsapp, ci siamo confrontati e supportati a vicenda per prepararci al meglio, anche se sempre col timore di aver dimenticato qualcosa; abbiamo sentito e visto crescere l’attesa nelle parole e negli occhi dei nostri bambini con la pressante domanda: “ma quando si parte per Misano?! Presto.”
Adesso finalmente ci siamo, le nostre divise di gioco, l’inno-canzone “Forza Casoretto”, i gagliardetti e il superpotere “Unione, grinta e passione” magistralmente vergato nel nostro fiero e bellissimo gonfalone sono pronti, l’attesa è finita ed il viaggio del San Carlo Casoretto Under 10 può cominciare.

Primo giorno (si viaggia, si ride e si balla)
Con il cuore e l’anima gonfie di aspettative e trepidazione, è arrivata la mattina fatidica della partenza, si terminano le ultime incombenze e si chiudono faticosamente valigie e borsoni, anch’esse decisamente gonfie per soli tre giorni.
Ci raduniamo davanti al sagrato della nostra splendida chiesa (e dove altrimenti!), i mattoni rossi e l’Oratorio ci osservano sornioni e ci coccolano dandoci il loro viatico e saluto più caloroso.
I bambini sono elettrizzati, gli adulti allegri e sorridenti ma concentrati per tenere tutto sotto controllo, ci si conta: il numero magico è 25, e cioè la summa di 12 calciatori in erba e 13 accompagnatori (meno in erba e qualcuno più in carne), ed è quello che deve sempre tornare, altrimenti… “Houston, abbiamo un problema”. I conti tornano, tutti presenti. L’autobus fa capolino in fondo alla strada, sistemiamo i bagagli e le speranze con cura, si parte.

Il viaggio scorre decisamente in stato di grazia e con un livello di decibel parecchio elevato tra grida, canzoni, cori e risate assortite, tra massime di vita alquanto bizzarre che rivelano piccole-grandi verità: “Ci sono alcune persone nel mondo che non girano dalla parte giusta!”, e propositi di squadra piuttosto bislacchi e non meno sinceri: “Siamo scemi… e ce ne vantiamo!”. Nel bus viaggiamo con un’altra squadra, vicina di casa e compagna di avventura, il San Leone Magno, e si crea fin da subito una notevole armonia che contribuisce ad alimentare le “vibrazioni” positive della spedizione, ed a calarsi nello spirito giusto della competizione-festa-divertimento.

Si arriva un po’ intontiti ma felici a destinazione, e Misano ci appare subito ordinata ed accogliente, aiutata dalla giornata soleggiata appena sferzata da un vento di grecale decisamente umido.
Davanti all’albergo, un’accoglienza simpatica e calorosa del sorridente staff CSI ci dà il benvenuto con le prime indicazioni e foto ufficiale.
L’atmosfera è estremamente allegra e festaiola, l’hotel pullula di maglie e tute multicolori di ben 14 squadre che lo rende un arcobaleno umano pronto ad esplodere di gioia al primo coro ed ai primi gol.
Svolte rapidamente le classiche formalità di check-in, il tempo di cambiarsi con le polo di rappresentanza e siamo già belli carichi per immergerci completamente nella manifestazione, ed il vicinissimo mare rappresenta un’attrazione naturale irresistibile.
La spiaggia ci appare ancora in “rifacimento” con le dune “artificiali” di sabbia per la preparazione degli stabilimenti all’imminente stagione balneare, ma subito la scoperta del tutto inaspettata delle innumerevoli conchiglie di forme e colori variegati ci richiama alla mente la bellezza della natura e le numerose maglie viste appena prima. Bambini e conchiglie, forme e colori. Emozioni da condividere.
L’aria di mare ci arricchisce ulteriormente di energie ed i bambini non possono fare altro che scorrazzare tra le dune in piena libertà. Ma la spiaggia, come ormai da tradizione, è anche il luogo degli adempimenti istituzionali” delle foto di gruppo e della “coreografia” ufficiale, in stile video-clip anni ‘80, che il nostro dirigente-mastro-ludico-creativo confeziona e dirige da par suo con l’autorevolezza di chi sa far bene il suo mestiere. Dopo un paio di prove, buona la terza e si rientra in albergo sporchi di sabbia, ebbri di salsedine e buon umore, per assaggiare le delizie della prima cena ufficiale.
A tavola si percepisce perfettamente la numerosità di visi e voci iper eccitati che ci arrivano poderosi, e la cena diventa l’occasione ghiottissima per sfoggiare i propri cori, l’orgoglio per la propria maglia, e decisamente per fare “casino” nei modi più disparati, all’insegna del “make your noise”, tipico degli stadi americani.
Cala la sera ed ancora più carichi, arriva il momento formale di inaugurazione della manifestazione con la sfilata per il lungomare con in alto i cuori ed i gonfaloni, e la presentazione delle squadre nella piazza principale della città. Il vento umido si è intensificato ma nulla può contro il calore dei nostri (quasi) ragazzi, che squarciano il cielo e l’aria pungente con i loro cori e la loro allegria contagiosa. La piazza è un tripudio rumoroso e variopinto di trombette-clacson, stendardi, bandiere e gonfaloni coloratissimi, che la musica “dance” della navigata organizzazione CSI alimenta ad arte. Il “mood” generale è coinvolgente, le squadre vengono chiamate una alla volta ed il nostro Casoretto risponde alla grande, disimpegnandosi egregiamente anche in un ballo di gruppo (di marca latino-americana) direttamente sul palco, coordinato dalle ragazze del CSI. Ma il tempo è un po’ tiranno, anche quello meteorologico, e le informazioni che arrivano dalle riunioni tecniche di dirigenti ed arbitri, con il calendario ufficiale delle partite nelle nostre mani (in fondo siamo qui anche per giocare a calcio!), ci fanno capire che è il momento di andare a nanna… forse!
Rientrati in albergo comincia la prevedibile schermaglia “genitori-figli” per la gestione dei letti e del sonno, con camere che si mischiano e tentativi di dimostrazioni di arte varia, corridoi densi di pigiami (altrettanto colorati) che vagano tra le stanze e facce che cominciano a manifestare il calo di adrenalina; la lotta piuttosto ardua termina con un pari e patta… poco prima della mezzanotte per sopraggiunto esaurimento di batterie energetiche! Si può dormire… un po’.

Secondo giorno (si gioca e ci si diverte)
Sveglia e colazione decisamente mattutine e dopo qualche coro ancora un po’ assonnato ed inevitabilmente meno intenso della sera prima, già intorno alle 8 i nostri piccoli atleti sono già operativi e pronti per scendere in campo alle 10 per la prima delle tre partite previste in giornata, in uno dei tre campi approntati nel comodissimo impianto prospicente all’albergo.
La prima sfida è contro un avversario storico e molto temibile, il Precotto, ma l’approccio e le facce sono decisamente quelle giuste e portiamo a casa una vittoria di misura ma più che meritata; poi c’è appena il tempo di ricaricare un po’ le energie, fermarsi a pranzo, sempre piuttosto rumoroso ed allegro, e fiondarsi con la navetta a Cattolica per dare inizio alle gare del pomeriggio programmate alle 14.30 e 16.30. La prima pomeridiana va di scena contro l’Aurora Milano che si rivela un ostacolo insormontabile e decisamente superiore, anche se il risultato rimane stoicamente in bilico fino a metà secondo tempo, per poi prendere una piega netta negli ultimi minuti a favore dei nostri avversari. Nel secondo atto del pomeriggio incontriamo l’Aso Cernusco e qui va in onda una partita tiratissima ed a tratti bellissima, che vede i nostri in vantaggio fino ai minuti finali nei quali una maggior prestanza fisica degli avversari ed una penalizzante decisione arbitrale sfortunata (ma ovviamente W il Fair Play) ci condannano ad una sconfitta di misura ma molto, molto onorevole.
Cuori e sguardi un po’ tristi per il risultato ma solo per il tempo necessario a riprendersi e tornare in albergo scacciando via quel po’ di sana delusione che lo sport sa regalare piuttosto bene. Dopo la meritata doccia ed un po’ di (relativo) riposo, la cena arriva propizia per rifocillarsi, tornare a stare tutti insieme e ricaricarsi con l’atmosfera ancora decisamente elettrica dei vari tavoli, anche se fuori ha cominciato a piovere da un po’… sono le 21.30, siete stanchi? Qualcuno vuole andare a letto? Ma quando mai.
Si decide di fare una passeggiata “all together” dato che la pioggia da un po’ di tregua, sia nel tentativo di far esaurire le ultime stille di adrenalina, sia perché è arrivata voce che proprio a due passi dall’albergo si è stanziato un… Luna Park! Attrazione irresistibile quasi quanto il mare.
Il Luna Park funziona mezzo servizio a causa del maltempo e l’unica attrazione fattibile in gruppo senza rischiare effetti collaterali indesiderati è il super classico “Autoscontro”, che in qualche modo è anche una sorta di perfetta metafora dell’incontro-scontro di una manifestazione come questa e poi… speriamo che basti! Al sesto-settimo giro, i (quasi) ragazzi non vorrebbero ancora mollare (e nel frattempo sono arrivate altre squadre a dar man forte) ma a questo punto, sia l’opposizione genitoriale, sia la stanchezza della lunga ed intensa giornata che inizia a chiedere il conto, hanno la meglio, facendo capitolare i cari minorenni al rientro nelle proprie stanze, non prima però di aver scattato qualche foto notturna con la scritta “I Misano”. Stavolta la ritirata nei letti è meno sfidante della precedente (per i motivi di cui sopra) e le manovre si svolgono abbastanza docilmente, spingendo tutti verso le meritate braccia di
Morfeo.

Epilogo (si viene premiati, ci si bagna nel mare e si rientra a casa)

La sveglia mattutina dell’ultima giornata è allietata da una promettentissima luce diafana e cielo semi terso, come se Misano ci volesse salutare mostrando la parte migliore di sé per lasciarci con il miglior ricordo possibile e poterci rivedere di nuovo… l’anno prossimo? I (quasi) ragazzi sono meno arzilli e pimpanti dei giorni precedenti ma l’umore è sempre decisamente buono ed anche l’appetito a giudicare da quello che non lasciano nel piatto; oggi è il giorno delle finali (per modo di dire) che tranne quella per il primo posto non assegnano nulla di particolare se non il fatto di giocare l’ultima partita del torneo. Avendo concluso terzi il girone eliminatorio, per uno strano incrocio della sorte, ci toccano i rivali di sempre, il Santo Spirito, compagno-avversario di “mille battaglie” da almeno tre anni, da quando si è costituito questo gruppo squadra. Emblematica la frase di un loro dirigente: “abbiamo fatto quasi 700 km per venire a sfidare sempre voi?”. Per quel che vale, la partita, generalmente molto equilibrata, di
fatto è una non-partita per la nostra totale mancanza di concentrazione, forse loro avranno dormito di più e meglio. Non pervenuta. Unica nota positiva, i compagni di viaggio del San Leone Magno che a bordo campo inneggiano spontaneamente al “Ca-so-re-tto” in segno di amicizia e rispetto, ed aprendo così la strada al “gemellaggio” che avverrà sul bus durante il viaggio di ritorno a Milano.
A questo punto, liberi dagli impegni, non rimane che scatenarsi per godere degli ultimi scampoli della festa e, complice la bella giornata, quale modo migliore per farlo se non ritornare al… mare?!
Passaggio veloce in camera per indossare il costume (o simili) e via a sciacquarsi i piedi nell’Adriatico; per il bagno totale è decisamente ancora freschino, ma il godimento di farlo insieme ai compagni provoca “vibes” positive ai massimi livelli.
Alle 12.30 ultimo atto della manifestazione con la premiazione di tutte le squadre che rappresenta il momento clou di questa tre giorni di divertimento, calcio, condivisione ed ancora divertimento. Durante le parole introduttive del referente del CSI, il colpo d’occhio della totalità delle persone è semplicemente mozzafiato con tutti i calciatori seduti sul prato, allenatori, dirigenti ed accompagnatori alle loro spalle. Uno accanto all’altro. Insieme. Applaudendosi reciprocamente durante la consegna delle medaglie e la foto di rito, ed imprimendosi “a fuoco” sul cuore il ricordo di questa esperienza. Indelebile.
Titoli di coda con il pranzo finale pieno di facce trionfanti solo per il fatto di esserci state. Sul bus durante il viaggio di ritorno, le fatiche si fanno decisamente sentire ma la gioia di stare insieme le supera di gran lunga e c’è ancora tempo per qualche scherzo reciproco e qualche “bischerata” da ragazzino di 9-10 anni! Qualcuno già chiede: “L’anno prossimo torniamo, vero?”.
L’arrivo a Milano è sotto la pioggia che stringe un po’ il cuore ma è anche propizia per confondersi con qualche lacrimuccia che è scesa quasi inconsapevolmente.

Adesso è proprio finita e si torna a casa ed in famiglia, decisamente un po’ diversi e migliori rispetto a quando si è partiti.

Ad maiora semper Misano.
Ad maiora semper San Carlo Casoretto.
Dall’inno-canzone “Forza Casoretto”:
“In un quartiere di Milano c’è una squadra che va avanti… con passione e determinazione…”
“Sotto il cielo di Casoretto si alza un coro di voci unite: Forza Casoretto!”

Michele Bonsignore

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